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Con la nuova direzione generale Asp l'Ospedale di Castelvetrano merita un'attenzione diversa

di: Serena Navetta - del 2025-04-24

Immagine articolo: Con la nuova direzione generale Asp l'Ospedale di Castelvetrano merita un'attenzione diversa

Con l'arrivo del neo Direttore Generale nella provincia di Trapani, riemerge un sentimento di speranza e di riscatto. La speranza che la sanità pubblica, in un territorio spesso messo da parte, possa finalmente essere ascoltata, valorizzata e rilanciata dopo un periodo drammatico di eventi assurdi. Oggi, questo sentimento si accompagna a una consapevolezza di un limite: considerando l'attuale configurazione della rete ospedaliera regionale e l'impossibilità – o forse la mancanza di volontà politica – di riportare Castelvetrano al suo antico ruolo ospedaliero, è fondamentale pensare a soluzioni nuove, realistiche e concrete. La nostalgia da sola non basta più.

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  • È necessaria una proposta che guardi al futuro, con una visione strategica e capacità di programmazione. In questo contesto, l’Ospedale di Castelvetrano merita un’attenzione diversa. Non può continuare a essere visto come un presidio di serie B, da sacrificare ogni volta che si presenta una criticità nella gestione del personale o nell’organizzazione dei servizi. Castelvetrano ha una posizione geografica "unica" e centrale per una vasta area del territorio del Belìce. Ha una struttura ospedaliera ampia e funzionale, con potenzialità pronte per essere valorizzate. Non si chiede un privilegio, ma una visione. Una visione che restituisca all’Ospedale di Castelvetrano la sua funzione naturale: fornire un’assistenza sanitaria efficace, tempestiva e adeguata ai bisogni della popolazione. Questo può avvenire attraverso il ripristino e il rafforzamento dei reparti essenziali o tramite una riorganizzazione intelligente, che lo trasformi in un presidio complementare e integrato con gli altri ospedali della provincia, assicurandogli tutti gli strumenti e personale sufficiente per assistere in sicurezza,  ma anche attraverso collaborazioni convenzionate.

    Esistono modelli virtuosi che funzionano egregiamente. In Italia, ci sono esempi concreti di piccole realtà ospedaliere che sono riuscite a reinventarsi e diventare centri di eccellenza. Biancavilla, in provincia di Catania, un piccolo ospedale ha saputo rinnovarsi grazie alla sua specializzazione in oncologia, collaborando con altre strutture regionali. A Santorso, in Veneto, è stato creato un polo ospedaliero all'avanguardia configurando più ospedali territoriali in modo più intelligente. A Sesto San Giovanni, in Lombardia, un ospedale è stato rafforzato come centro dedicato alla gestione delle malattie croniche, integrandosi con i servizi locali. Castelvetrano può seguire una strada simile. Perché non pensare a una collaborazione strutturata con eccellenze pubbliche come l’ISMETT di Palermo o l’Istituto Besta di Milano? Castelvetrano potrebbe diventare un punto di riferimento nelle vicinanze, un nodo importante della rete sanitaria regionale, offrendo continuità assistenziale a chi ha patologie croniche o oncologiche. I benefici sarebbero chiari: ridurre gli spostamenti estenuanti di pazienti e famiglie verso Palermo, Messina o il Nord Italia; offrire un’assistenza più stabile, umana e personalizzata; restituire dignità e importanza a un ospedale che troppo tempo è stato trascurato. Questa opportunità diventa ancora più urgente considerando le recenti difficoltà dell’ASP di Trapani.

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  • Dopo lo scandalo legato ai referti istologici e la crisi di fiducia che ha colpito tutto il sistema, è fondamentale dare segnali concreti di cambiamento e rilancio. Serve trasparenza, competenza e serietà. E soprattutto una visione che metta il territorio e le persone al centro. I riferimenti normativi ci sono già. Il DM 77/2022, nell’ambito del PNRR, spinge per una maggiore integrazione tra ospedali e territori, favorendo la creazione di presidi intermedi specializzati e di ospedali di comunità o poli di specialisti. Il DM 70/2015 invece propone norme più flessibili per organizzare la rete ospedaliera, adattandola alle esigenze locali e alle caratteristiche di ogni zona.

    Il Piano Nazionale della Cronicità del 2016 mira a creare reti di assistenza sul territorio per gestire le malattie croniche, dando un ruolo importante ai punti intermedi di cura. Castelvetrano non può lasciarsi diventare un luogo senza servizi sanitari, dove i pazienti per una rottura di un braccio devono girare tutti gli ospedali della provincia o ricoverare il proprio figlio dove esiste un reparto di pediatria funzionante, avendo una struttura ospedaliera imponente ma attualmente solo capace di rispecchiare al territorio, la sua caratteristica impossibilità di assistere. È arrivato il momento di interrompere questa spirale di abbandono e rassegnazione.

    E' evidente a tutti che la coperta è corta per tutti i presidi, nessun presidio riesce a coprirsi dignitosamente, lasciando scoperte aree di assistenza. Nulla potrà tornare come prima. La buona notizia è che ci sono alternative al declino... collaborare, pianificare e avere una visione chiara, ma serve anche tanto coraggio da parte della politica! È ora di ascoltare le esigenze dei territori, di investire e soprattutto di mettersi in azione con serietà e responsabilità.

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