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Quando al Paolo Marino vestito a festa, la Folgore condannò quasi definitivamente il Partanna alla retrocessione

di: Salvatore Di Chiara - del 2025-06-12

Immagine articolo: Quando al Paolo Marino vestito a festa, la Folgore condannò quasi definitivamente il Partanna alla retrocessione

(ph. L'immagine è di una gara della Folgore del 1982)

Noi tifosi folgorini ne abbiamo viste di tutti i colori. Gioie e dolori! Questa è la storia di una società, appunto la Folgore, che ha regalato vittorie epiche e di contro, delusioni cocenti. Correva l’anno 1980/81 quando i rossoneri disputarono il torneo di Promozione, girone A. Al cospetto di alcune squadre costruite per vincere il campionato, i castelvetranesi - sin dall’inizio - ebbero notevoli difficoltà. Dopo un avvio di campionato in sordina, i ragazzi allenati da mister Confalonieri si trovarono impelagati nelle zone calde.

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  • Ritornato al timone dei rossoneri, il mitico “Carletto” cercò di scuotere le coscienze dei calciatori di casa. La classifica, nonostante retrocedesse solo l’ultima, non era affatto delle migliori. I risultati deludenti avevano aperto una crisi certificata. Mentre le prime scappavano, i 13 punti in classifica - frutto di un misero bottino di cinque vittorie, tre pareggi e ben nove sconfitte, non lasciavano spazio a ripensamenti. Il derby contro il Partanna era la grande occasione per scacciare i fantasmi di una storica retrocessione. Dal canto loro, gli ospiti allenati da mister Sanfilippo, si giocavano le residue speranze di permanenza nella categoria. A soli quattro punti dal Monreale e il Termini (10 punti contro i sei dei partannesi), la gara di Castelvetrano rappresentava lo spartiacque di una stagione intera

    Il 15 febbraio del 1981 si disputò la diciottesima gara. In una giornata tipicamente estiva, il Paolo Marino fu addobbato a festa. Spalti gremiti con folta rappresentanza ospite. Il derby fu servito. I padroni di casa scesero con: Siino, Prestia, Sciacca, Signorello, Moceri, Ciresi (dal ‘46 Messana), Telari, Pucci, Caradonna, Licari e Tilotta. Gli ospiti schierarono la seguente formazione: Guarraci, Ioppolo, Lamia, Maniscalco, Romagnosi (dal ‘62 Ingoglia), Giacalone, Amato, Libeccio, Bonifacio, Parrinello e Bonsignore. 

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  • Il primo tempo fu caratterizzato da poche occasioni, quasi nulla. La difesa partannese seppe arginare qualsiasi sortita offensiva dei padroni di casa. Un batti e ribatti a centrocampo quasi a evidenziare lo scarso momento di forma di ambedue le compagini. Le cronache del tempo misero in evidenza la condizione mentale, come se le gambe tremassero per la posta in palio. I folgorini - dall’alto dei sette punti di vantaggio (si assegnavano due punti a vittoria), potevano giocare anche per il pari. Ma ogni gara era una storia a sé, con il rischio d’incappare in una sconfitta pesante. La paura fu l’elemento caratterizzante della prima frazione di gioco. 

    Nelle mancate soluzioni c’era un assetto tattico ben organizzato da parte del Partanna. In assenza dei due terzini titolari, Ioppolo (centrocampista) fu spostato sulla fascia. Una squadra alla “difensiva”, con il solo Bonifacio pronto a impensierire (poco - ben marcato da Moceri) in attacco. Nella ripresa, dopo un avvio spumeggiante da parte dei padroni di casa, furono i partannesi a uscire leggermente il guscio. Un paio di tentativi da parte di Parrinello (nel primo tempo - causa infortunio - era stato costretto a uscire per dieci minuti) per spezzare l’equilibrio in campo. 

    Fin quando, dal nulla, da una rimessa (con le mani) di Messana, Licari - dopo aver stoppato la palla - crossò in area e Telari di testa insaccò alle spalle dell’incolpevole Guarraci. Una doccia fredda per gli ospiti e un sospiro di sollievo per la Folgore. Da quel momento (il settantesimo circa) non accadde più nulla e al triplice fischio finale i giocatori di casa poterono esultare con i propri beniamini. Un lampo in mezzo al nulla, una rete per accendere gli animi dei tifosi. “Di bello ieri s’e’ visto solo il tempo”, fu il titolo del giorno dopo. Come detto nel post-gara, il risultato contava più della prestazione. Due punti pesanti che condannarono “quasi” definitivamente gli ospiti alla retrocessione e portarono in dote un
    po' di ottimismo in casa rossonera.

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