Imprenditore castelvetranese vittima di usura, confermata in appello condanna a gioielliere. Soddisfazione del legale della parte civile
di: Redazione - del 2025-06-13

(ph. l’Avvocato Accardo Giuseppe del Foro di Marsala)
La Corte di Appello di Palermo, Sezione Seconda, nella giornata del 10 giugno ha confermato la sentenza del Tribunale di Trapani di condanna a 3 anni e 6 mesi, nonché al pagamento di euro 12 mila di multa, di un gioielliere trapanese per usura. Il signor T.M., classe 61, è stato condannato per avere, dal 2012 al 2015, richiesto e ricevuto più di 40 mila euro da un noto imprenditore di Castelvetrano a titolo di interessi usurai.

La Sentenza della Corte di Appello ha confermato la ricostruzione del Collegio Trapanese che a sua volta aveva accolto l’impianto l’accusa ovvero che a fronte di un prestito di 80 mila euro concesso all’imprenditore che versava in gravi condizioni economiche, l’imputato avrebbe preteso ed ottenuto le predette somme a titolo di interessi, senza mai imputarle al rimborso del prestito, superando così il tasso soglia che configura l’usura.
L’imprenditore castelvetranese, stanco delle vessazioni subite, avrebbe quindi collaborato
con gli inquirenti al fine di ricostruire nei dettagli la vicenda nonché ribadito tale dinamica nelle aule di giustizia.

L’imputato è stato, inoltre, interdetto dai pubblici uffici per 5 anni e condannato alla confisca della somma di euro 40.400,00, sequestrata durante le indagini. Disposta anche la condanna al pagamento del risarcimento dei danni in favore della vittima, da quantificarsi in sede civile.
Soddisfazione viene espressa della difesa della parte civile, l’Avv. Accardo Giuseppe, il quale ha dichiarato: “Esprimiamo soddisfazione per l’esito dell’appello che ha confermato in toto l’impianto della pubblica accusa già fatto proprio dai Giudici di primo grado. Le dichiarazioni della persona offesa riscontrate dai dati documentali e dalla Perizia svolta in fase di dibattimento hanno, a nostro parere, offerto un quadro netto che delinea la penale responsabilità dell’imputato oltre ogni ragionevole dubbio”.