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" Aumentano i contagi, diminuiscono le mascherine e tute protettive. Grazie agli angeli della guerra". Riflessione di Maria La Grassa

del 2020-03-21

Immagine articolo: " Aumentano i contagi, diminuiscono le mascherine e tute protettive. Grazie agli angeli della guerra". Riflessione di Maria La Grassa

“E fu sera e fu mattina”, la celebre frase che riecheggia nel capito I del Libro della Genesi, oggi, più che mai sembra di estrema attualità e di estrema concretezza. I siciliani direbbero “agghiorna e scura sempri a lu stessu modu”, che letteralmente vuol dire “il sole sorge e tramonta sempre allo stesso modo”. Da un punto di vista astronomico, realmente il sole sorge e tramonta sempre allo stesso modo, ma cosa si cela dietro questa espressione?

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  • Di certo, non si tratta dell’esposizione della teoria eliocentrica di Copernico, dove il Sole si trova immobile vicino al centro del sistema solare e dell'universo, o della trattazione delle successive ed opposte teorie elaborate dai suoi eredi. Per comprendere il significato di quelle parole basta osservare lo scorrere lento delle vite degli italiani, dove ogni giorno sembra uguale al precedente e al successivo.

    Ebbene sì, quel virus che sembrava tanto lontano è arrivato anche in Italia, invadendo e stravolgendo la quotidianità e le certezze di ogni individuo sotto molteplici aspetti.

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  • Si vive tra divieti e raccomandazioni: uscire solo per ragioni lavorative ed emergenziali, non frequentare luoghi affollati, lavarsi ripetutamente le mani, non toccarsi il viso, non strofinarsi gli occhi, ai più piccoli viene anche specificato di non mettere nulla in bocca e di non “scaccolarsi il naso”.

    Oggi, persino, l’home page di Google spiega come lavare le mani, sei passaggi in 60 secondi, sembra quasi una di quelle pozioni magiche da super mamma. Ma, purtroppo, ciò non basta.

    A dimostrarlo sono i numeri che ogni giorno aumentano più del giorno precedente: aumenta il numero dei contagiati, aumenta il numero dei ricoverati, aumenta il numero dei decessi.

    All’aumentare di tutto ciò, come una proporzione matematica, diminuiscono mascherine, tute protettive, igienizzanti, tamponi diagnostici e i posti letto negli ospedali, costringendo i medici a “dover scegliere” chi curare. Italia o Africa?

    Italia, Italia. E’ proprio questa la risposta corretta!

    Il “dover scegliere” chi curare fa comprendere la gravità della situazione, perché è bene noto che il diritto alla salute è un diritto inviolabile, così come lo dimostra il comma 1, dell’art. 32 della Carta Costituzionale (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”) e , a livello comunitario, l’art. 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (diritto alla prevenzione ed alle cure).

    Sulla base di questi dati si può pienamente affermare che, non si tratta di un normale virus che invade i polmoni, causa problemi respiratori, febbre e tosse, ma si tratta di un vero e proprio “avvoltoio” che, in caso di tampone positivo, rapisce e priva il paziente dell’affetto e del sostegno dei familiari, costringendolo a lottare tra la vita e la morte, collegato ad un respiratore, in una camera di terapia intensiva.

    Di contro, quel paziente, se fortunato nell’aver trovato un respiratore disponibile, potrà godere delle cure del personale medico e paramedico che, ogni giorno, bardati tra camicioni, mascherine e protezioni di ogni genere scendono “in trincea” per combattere l’avvoltoio.

    Questi ultimi vengono definiti “gli angeli della guerra”, coloro che mettono a repentaglio la propria incolumità, pur avendo una famiglia, tra turni interminabili, stanchezza fisica e psicologica, perché si sà ... per andare in trincea bisogna avere una solida armatura ed una forte personalità!

    “E fu sera e fu mattina”.

    Ma l’avvoltoio continua silenzioso a mietere le sue vittime in lungo e in largo per tutta la penisola, o più correttamente, per tutto il mondo. E’ silenzioso, forse, fin troppo, perché costringe al Paese Cristiano per eccellenza a non poter commemorare i propri defunti, a piangere i propri cari tra lacrime silenziose, proprio come il celebre quadro “Guernica” di Picasso. Si muore soli e senza un funerale. I familiari devono accontentarsi di una telefonata. 

    “E fu sera e fu mattina”.

    E il silenzio continua a regnare sovrano ... tutti, o almeno i più ragionevoli, restano a casa, prima per precauzione e per paura, adesso per divieto. Sospese ogni tipo di attività ricreativa, culturale e religiosa, nonostante anche quest’ultima sia un’altra libertà fondamentale della Costituzione Italiana (artt. 19 e 20 Cost.), si spopolano le strade, gli aeroporti, le stazioni ... si svuotano intere città. 

    “E fu sera e fu mattina”.

    Ma quel silenzio permane nonostante, gli innumerevoli spostamenti da nord a sud ... dove, tendenzialmente, tutta la famiglia e, non solo il nucleo familiare, si preparava ad accogliere i propri figli o nipoti partiti per studio e/o lavoro.

    Adesso no, eccetto i genitori, non c’è più quel sud caloroso che li aspetta a braccia aperte, perché considerati tutti “untori”.

    C’è un sud impaurito, inesperto e privo di mezzi sanitari per poter fronteggiare l’avvoltoio. Ma c’è anche la paura di chi si trova solo al nord a confrontarsi con l’aumento del numero dei contagi, con i decreti sempre più restrittivi della libertà di circolazione (art. 16 Cost.) e con l’angoscia di non sapere quando potrà rivedere i propri cari.

    “E fu sera e fu mattina”.

    Passano i giorni, le settimane e i mesi, aumenta il numero dei contagiati, aumenta il numero dei ricoverati, aumenta il numero dei decessi e, inversamente diminuiscono le quotazioni in borsa. I mutui vengono sospesi, si incentiva ogni tipo di agevolazione fiscale e finanziaria.

    I vecchietti che, nonostante siano i soggetti più a rischio e nonostante le limitazioni di circolazione, continuano a recarsi presso gli istituti bancari, ignorando palesemente la mancanza di tasche nel sudario!

    La polemica per un’Unione Europea presente a tratti, per una BCE che gira le spalle all’Italia ma poi cerca di rimediare, di contro, un Paese che sin dall’inizio, a differenza degli altri Stati membri, ha reso pubblici i dati dei contagiati, dei deceduti e dei guariti.

    E poi, l’aiuto inaspettato dalla Cina: scatoloni di mascherine, tute protettive, tamponi diagnostici, altri dispositivi medici e persino l’arrivo di medici esperti cinesi in Italia ... solidarietà, altruismo, condivisione o strategia politica? 

    Tra qualche mese, la seconda lingua parlata in Italia sarà il cinese e non più l’inglese?

    Come cantava Battisti “lo scopriremo solo vivendo”.

    “E fu sera e fu mattina”.

    Si sperimenta una nuova quotidianità fatta di piccole cose, vere, autentiche ed indispensabili. Grazie alla tecnologia, si ricomincia a studiare a casa, un pò come facevano gli aristocratici, ma in questo caso il diritto all’istruzione rimane gratuito ed esteso a tutta la popolazione così come imposto dagli artt. 33 e 34 Cost.

    Ai bambini manca la loto quotidianità, la condivisione della giornata scolastica con i compagni di classe, le svariate attività ludiche e ginniche ma, in questo momento, non c’è tempo per i capricci né dei grandi né dei piccini ... tutto si svolge all’interno delle proprie abitazioni e ci si adatta all’emergenza.

    La didattica non si ferma neanche a livello universitario, lezioni, esami e sessioni di laurea online perché, il tempo è prezioso e non bisogna sprecarlo. Per gli adulti si incentivano ferie, permessi e smart working. Tra una call e un’altra, a volte, partecipa anche qualche bimbo con un saluto o un urlo, proveniente dalla camera adiacente.

    “E fu sera e fu mattina”.

    Questa emergenza ha stravolto e stravolge ancora la quotidianità degli individui, si vive nella paura, nell’incertezza e in una totale situazione di caos. Ma proprio dal caos Dio creò l’Universo (Genesi, cap. 1)! E’ proprio in questo momento che bisogna mettere ordine, ognuno nel proprio piccolo al fine di creare un’Italia migliore. Forse lo è già.

    Un’Italia che, nonostante le tragiche notizie emesse del telegiornale, non perde la speranza e riesce ad organizzare dei flash mob, per sentirsi più unita, per sentirsi meno sola, per condividere e combattere l’avvoltoio. E, poi, le bandiere d’Italia ai balconi, i video buffi e sdrammattizzanti in tutti i dialetti e i disegni dei bambini con l’arcobaleno e la frase “ANDRA’ TUTTO BENE”.

    Perché si sa, dopo la tempesta viene sempre la quiete! Un’Italia, dove le donne e gli uomini in carriera si improvvisano cuoche/i provetti, riscoprendo il piacere di impastare/impasticciare tutti insieme in cucina. Un’Italia che riscopre il piacere di ascoltare se stessi e gli altri, di leggere un libro o di prendersi cura del proprio corpo, trasformando la propria abitazione in una perfetta sala attrezzi.

    Un’Italia che non può più nascondersi dietro la classica frase “scusa, non ho avuto tempo”, ed è lì che si rimpiange l’autenticità di una chiacchierata dove ci si guarda negli occhi, seduti allo stesso tavolo.  Domani arriverà la primavera, una delle stagioni più belle: le gemme inizieranno a sbocciare, il cielo diventerà più limpido e si potrà godere di un sole più caldo e luminoso.

    La Primavera, così come la Santa Pasqua, rappresenta il momento della Rinascita, del Ritorno alla Vita e della speranza, la speranza di un’inversione di marcia per quei numeri attualmente in aumento. Una volta apprezzato tutto ciò e sconfitto l’avvoltoio si capirà la bellezza della vita...

    Primavera e/o Rinascita non farti attendere troppo! 

    Maria Concetta La Grassa

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