Lavoro, concorso per 400 giudici di pace. Nuovi magistrati onorari per arginare i vuoti negli uffici
di: Antonino Pernice - del 2017-12-05
All’indomani della riforma della magistratura onoraria, ecco che parte il nuovo concorso per l’assunzione di 400 giudici di pace. Tutto è pronto per la pubblicazione del bando, approvato lo scorso 15 novembre, all’unanimità, dal Csm.
In particolare verranno ingaggiati 300 giudici onorari di pace e 100 vice procuratori onorari. Il ministero della Giustizia ha stanziato 8,5 milioni di euro per le nuove assunzioni che, se tutto procederà secondo i tempi previsti, dovrebbero avvenire nell’anno prossimo. Il bando infatti dovrebbe essere pubblicato prima del 31 dicembre. Lo scopo è quello di arginare i vuoti negli uffici dei “vecchi” giudici di pace. I posti oggi coperti da giudici di pace, onorari di tribunale e vice procuratori onorari sono 5.561 a fronte di 8.320 in organico.
La riforma ha però ridisegnato le attribuzioni dei magistrati onorari: massimo due giorni a settimana di lavoro e indennità ribassate. Il tutto per un mandato a tempo limitato. Il Csm ha indicato i posti disponibili nei diversi uffici del giudice di pace e procure della Repubblica presso i tribunali; tra quelli più interessati da carenze di personale si trovano gli uffici di Napoli (dove verranno destinati 57 giudici di pace e 15 vice procuratori onorari), Roma (30 giudici di pace e 25 Vpo), Milano (37 giudici di pace e 8 Vpo) e Palermo (19 giudici di pace e 20 Vpo). I dati sono riportati su “Il Sole 24 Ore” di questa mattina.
Lo schema di bando approvato dal Cms verrà trasmesso al ministero della Giustizia per la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Potranno partecipare alla selezione i cittadini italiani con un’età compresa tra i 27 e i 60 anni e in possesso di una laurea in Giurisprudenza.
Il bando prevede l’invio della domanda solo in forma telematica, dal sito del Csm. Prima dell’inizio del mandato gli aspiranti magistrati onorari saranno sottoposti al tirocinio di sei mesi in tribunale o in procura. La riforma infatti stabilisce a riguardo che il tirocinio è organizzato dal Consiglio superiore della magistratura e dalla Scuola superiore della magistratura.
Il Csm stabilisce la data di inizio e le modalità di svolgimento del tirocinio presso gli uffici giudiziari. Il tirocinio per il conferimento dell’incarico di magistrato onorario ha la durata di sei mesi e viene svolto per i giudici onorari di pace, nel tribunale ordinario nel cui circondario ha sede l’ufficio del giudice di pace in relazione al quale è stata disposta l’ammissione al tirocinio; per i vice procuratori onorari, nella procura della Repubblica presso la quale è istituito l’ufficio di collaborazione del procuratore della Repubblica in relazione al quale è stata disposta l’ammissione al tirocinio.
Il tirocinio, oltre che nell’attività svolta presso gli uffici giudiziari, consiste altresì nella frequenza obbligatoria e con profitto dei corsi teorico-pratici di durata non inferiore a 30 ore, organizzati dalla Scuola superiore della magistratura, nel quadro delle attività di formazione iniziale della magistratura onoraria. Gli interessati possono presentare domanda di ammissione al tirocinio per non più di tre uffici dello stesso distretto.
Costituiscono titolo di preferenza: l’esercizio pregresso delle funzioni giudiziarie, comprese quelle onorarie; l’esercizio della professione di avvocato, notaio, l’insegnamento di materie giuridiche nelle università o negli istituti superiori statali e lo svolgimento delle funzioni inerenti ai servizi delle cancellerie e segreterie giudiziarie con qualifica non inferiore a quella di direttore amministrativo. Tutte le professioni sopra elencate devono essere state svolte per almeno un biennio.
Fra i titoli preferenziale anche lo svolgimento con esito positivo del tirocinio o dello stage presso gli uffici giudiziari; il conseguimento di un eventuale dottorato di ricerca in materie giuridiche. In caso di uguale titolo di preferenza prevale la maggiore anzianità professionale o di servizio, con il limite massimo di dieci anni di anzianità; la minore età anagrafica e il più elevato voto di laurea.