E se il problema dei rifiuti a CVetrano lo risolvessimo con il compostaggio?
di: Vito Marino - del 2017-04-18
(ph. www.mrroyalecologia.altervista.org)
Da alcuni giorni è ripreso l’odiato sciopero della spazzatura. Alcuni mesi fa una vera crisi in questo settore aveva causato il caos in tutti i centri urbani siciliani, con montagne di rifiuti che non vennero ritirati per mesi restando a putrefarsi sul posto, con fetore indescrivibile e rischio reale di qualche epidemia. Intanto le discariche sono strapiene e si temporeggia la chiusura, per evitare danni maggiori. Una situazione che apparentemente diventa irrisolvibile.
L’uomo della strada si domanda: come mai in Nord Italia e all’estero questo problema non si pone, mentre da noi diventa così grave? Evidentemente da noi la raccolta differenziata non viene effettuata o è fatta male e soltanto in una minima percentuale. Contemporaneamente si cerca di mandare avanti un programma per il turismo, che si scontra con lo spettacolo orrendo che si presenta al turista.
Per compostaggio s’intende la trasformazione, dei rifiuti organici, tramite degli enzimi presenti in natura, in ottimo concime per ortaggi. La legge Ronchi 507/93 prevede agevolazioni, stabiliti dai singoli comuni con apposita delibera, per coloro che effettuano compostaggio. In virtù di tale legge, il comune di Venezia ha accordato a costoro uno scomputo sulla tassa rifiuti del 41%; altri comuni d’avanguardia hanno già consegnato, a chi ne ha fatto richiesta, delle compostiere di plastica per tale scopo.
Mi risulta che tale iniziativa è già funzionante a Selargius (CA) e a Poggioreale, in Sicilia; ma sicuramente molti altri comuni hanno avanzato quest’iniziativa. Il comune di Bolzano ha fornito addirittura un biotrituratore per rione. Altri comuni hanno costruito degli impianti di compostaggio con trattamento meccanico – biologico; dai dati APAT – ONR, si legge che in Italia per il 2003 esistono 118 di tali impianti, di cui 94 in esercizio, e che sono stati trattati 7,4 milioni di tonnellate di rifiuti umidi.
Sulla “Bolletta Servizi Igienici” pervenutami, alla voce “riduzione quota variabile”, si legge: - Compostaggio Domestico Umido 15% / - Compostaggio Verde 15%. Ho due compostiere che allora la Belice Ambiente mi ha venduto per un valore simbolico di 1 E. ciascuno, in virtù di questa quota variabile. Chiesti gli opportuni chiarimenti alla “Belice Ambiente”, il personale addetto non mi ha saputo dare alcuna spiegazione.
In Italia, purtroppo, si fanno le leggi, che restano scritte sulla carta e nessuno è in grado di conoscerle e di farle rispettare. In questo mondo d’egoisti, pochissimi, operando in prima persona, contribuiscono a lasciare ai propri discendenti un ambiente più sano e pulito. Fra questi “pochissimi”, credo d’esserci anch’io. Infatti, da ecologista patito, è da almeno un trentennio che, di mia spontanea iniziativa, pratico il compostaggio utilizzando tutti i rifiuti biodegradabili del giardino e di casa.
Dopo un anno di trasformazione ottengo circa un metro cubo d’organico decomposto ecologico, molto utile per il mio stesso giardino. Il cartone, che non viene accettato all’Isola Ecologica, mi serve per accendere il caminetto durante tutto l’inverno; la cenere mi serve come ottimo concimante per le piante, contenente sali minerali e potassa naturale.
A Castelvetrano, da quando è stata istituita l’isola ecologica, per la raccolta differenziata, si accettano soltanto pochi rifiuti, come le bottiglie di plastica, il vetro di bottiglie, le lattine (non sempre) e la carta. Le campane per la raccolta dislocate nella città sono poche e sempre piene, la raccolta porta a porta è un caos.
Nei paesi del Nord Italia si accettano anche gli imballaggi e i sacchetti di plastica, cartone, e finanche le buste del latte. Pertanto, da casa mia, escono soltanto un paio di sacchetti a settimana, (quelli piccoli della spesa) di rifiuti non biodegradabili, che potrebbero riciclarsi, come la plastica diversa delle bottiglie.
Facendo la spesa rifiuto i sacchetti di plastica, poiché riciclo quelli della spesa precedente, già accuratamente piegati e conservati. Provate anche voi a fare lo stesso ed alla fine troverete un altro scopo per esistere in questo mondo balordo di consumisti.
Ho voluto dare la mia testimonianza perché molte famiglie, per negligenza, continuano a buttare tutti i rifiuti nel cassonetto della spazzatura ordinaria, anche dove esiste la differenziata porta a porta. Nel passato, tutti i contadini tenevano una concimaia nel cortile; qui finivano tutti i rifiuti della cucina e gli escrementi degli animali domestici.
Nella discarica comunale di Castelvetrano, esistente fino agli anni 50 circa nella zona Belvedere, in Via Campobello, andavano a finire tutti i rifiuti del paese, (allora biodegradabili: la plastica ancora non esisteva e le bottiglie di vetro si compravano e non si buttavano tanto facilmente, le lattine non esistevano). Questa discarica non cresceva mai perché, man mano che si trasformava in concime, si vendeva ai contadini.
Girando come turista in altri stati, ho notato una maggiore coscienza civica nella raccolta differenziata dei rifiuti. In Germania, Danimarca Svezia e Norvegia, anche sui treni e negli alberghi c’era un contenitore per ogni tipo di rifiuto; non mancava mai il contenitore per i rifiuti umidi. Per la raccolta del vetro, nelle strade di Vienna, addirittura esistevano tre “campane”: una per ogni colore di vetro (rossi, verdi e bianchi). Per attuare questi programmi, sicuramente non basta la mia testimonianza, ma una campagna capillare da parte degli organi interessati da attuarsi specialmente nelle scuole.
Alla TV, invece di trasmettere le interminabili telenovele o violenza a tutto campo, farebbero bene a spiegare l’importanza dell’ecologia e della raccolta differenziata; anche i giornali, invece di aizzare la popolazione contro le care bollette, dovrebbero fare lo stesso.
E’ solo vergognoso, e lo dico dal profondo dell’animo, che i nostri rifiuti vadano a finire in Germania per lo smaltimento o che dalla stessa nazione arrivino in Italia rottami di ferro per la fusione, mentre i nostri rottami, tranne le macchine in demolizione, vanno a finire nelle discariche abusive, perché non si sa dove portarli; qui si trovano anche serbatoi e lastre ondulate d’amianto, in barba alle classiche leggi fantasma italiane contro gli inquinamenti.
Nelle nostre discariche abusive, che invadono le nostre campagne, e sono molte, i rifiuti marciscono con odori nauseabondi e percolati di liquami inquinanti. La loro distruzione spesse volte avviene per combustione con fumi appestanti che il vento porta regolarmente sulle nostre città.
A pensarci bene, se le pubbliche istituzioni ed i singoli cittadini attuassero una raccolta differenziata capillare e pignola, con recupero di vetro, carta, plastica, e rifiuti umidi per compostaggio, si potrebbe salvare ancora il nostro caro pianeta moribondo, ed invece della cara bolletta, potrebbe arrivare un utile economico.