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I normanni a Castelvetrano. Storia, imprenditoria e il priorato della Trinità di Delia

di: Vito Marino - del 2017-06-24

Immagine articolo: I normanni a Castelvetrano. Storia, imprenditoria e il priorato della Trinità di Delia

I Normanni, in Sicilia, per sottrarre parte del potere ai baroni e alla Chiesa di Roma favorivano gli ordini monastici di rito greco, appartenenti all’ordine di San Basilio, che avevano ancora molti seguaci fra i fedeli; infatti, la Sicilia era stata per tanto tempo bizantina e San Basilio di Cesarea rappresentava la guida spirituale di tutti i religiosi che praticavano la vita monastica.

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  • A Castelvetrano, per lo sviluppo agricolo della località di Trinità di Delia, i Normanni crearono un priorato con la realizzazione di aziende rurali, attorno al convento e il ripopolamento di terre, che la lotta contro i musulmani aveva disabitato; inoltre, il priorato della Trinità di Delia rappresentava un organo periferico del sistema statale, poiché assicurava, tramite la figura dell'abate, una sorta di controllo sociale sul territorio.

    Questo priorato comprendeva i feudi di Delia, Montagna, Mandranuova e Margio in un territorio che si estendeva per circa 1200 ettari, al centro del quale esisteva il monastero, ormai scomparso da tempo e la chiesa della SS. Trinità, insigne monumento dell'arte arabo-bizantina in Sicilia, che ancora mostra i segni del suo antico splendore.

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  • I priori di Delia, il cui elenco, dal 1393 in poi, è riportato dal Ferrigno occupavano un seggio nel braccio ecclesiastico del Parlamento siciliano. Essendo tutta la località Delia malarica, attorno al monastero non si formarono insediamenti abitativi e i priori non vi risedettero quasi mai e  non esercitarono alcun ruolo nella nostra città.

    Inoltre, Federico II per evitare ai baroni di sottrarsi al controllo regio mise in vigore le rigide leggi feudali normanne; per rafforzare le finanze applicò una serie di misure per aumentare il gettito fiscale e nello stesso tempo incentivò la produzione di cereali, dai quali, attraverso l’esportazione si ricavavano i maggiori proventi.

    Durante la dominazione normanna gran parte delle popolazioni arabe, ormai sconfitte, vengono inserite nel nuovo ordine sociale e giuridico, rimanendo presenti nel territorio, organizzate in proprie comunità e dotate di ampie autonomie.

    Nella Val di Mazara queste comunità sono maggioritarie rispetto alle altre etnie; è l’area più profondamente islamica di tutta l’isola. Alla fine della dominazione normanna, il delicato equilibrio tra le comunità cristiane e le comunità musulmane di Sicilia si spezza per l’assenza di un governo regio e l’accresciuto potere dei baroni che non esitano a saccheggiare anche i territori delle comunità islamiche.

    Le comunità arabe lasciano i territori dove sono in minoranza e, concentrandosi nelle roccaforti della Sicilia occidentale, occupano molti territori della Chiesa e dei feudatari cristiani loro confinanti. In queste roccaforti delle Val di Mazara, come Jato, Entella, Guastanella, addirittura ricostruiscono un nuovo emirato, staccandosi dall’autorità regia, convinti di potere conservare uno stato musulmano all’interno del mondo cristiano, rifiutando gli ordini del re, si prepararono allo scontro e alla resistenza ad oltranza .

    Contro i ribelli musulmani, che saccheggiavano castelli e villaggi, iniziò una guerra che durò dal 1222 al 1246 con distruzione, morte e deportazione in massa di musulmani e il conseguente spopolamento e desertificazione di vaste aree.

    L’area del Basso Belìce, compresa quella di Castelvetrano era una zona densamente abitata da popolazioni musulmane in modo particolare la parte costiera tra Mazara e Sciacca, perché avevano la possibilità di ricevere rinforzi dalle comunità islamiche del Nord Africa. 

    Federico II teneva in modo particolare a sottomettere questo territorio, proprio per impedire l’arrivo di rinforzi. Quindi questa zona è fortemente interessata da questi eventi bellici e alla fine dei conflitti verrà spopolata di tutta la comunità islamica, che verrà concentrata probabilmente nell’entroterra della Sicilia Centrale. Di conseguenza quest’area resterà spopolata e molti agglomerati urbani scompariranno.

    Le terre più spopolate furono nella Sicilia Sud-Occidentale fra “Terra di Memphis, Girgenti e Licata.

    Federico II a protezione del territorio fece costruire vari castelli a protezione del territorio e favorire il ripopolamento. Nel territorio dell’odierno Castelvetrano fece costruire il castello di Bellumvider (1239)  che, assieme al castello di Bellumreparum (Campobello) e alla torre di Burgimilluso (Menfi), furono realizzati  anche per il controllo della riserva di caccia di Birribaida.

    Morto Federico II nel 1250 successe al trono il figlio col nome di Corrado IV; dopo la sua morte gli successe Manfredi, un altro figlio di Federico II.

    A Castelvetrano la festività della Pasquetta è chiamata Eternità, per una vecchia abitudine siciliana di storpiare le parole: deriva da Trinità, poiché in quella giornata una volta c’era la consuetudine popolare di compiere una passeggiata a piedi, con possibili picnic lungo lo stradale, fino alla chiesa della SS. Trinità di Delia. Questa consuetudine risale al 1392, quando nella località Delia c’era il monastero di monaci basiliani già citato che, per una antica tradizione bizantina,  in quella ricorrenza, davano da mangiare, uova bollite e pane a tutti coloro che si recavano lì in pellegrinaggio a piedi.  Dal 1523, forse a causa delle guerre fra Bizantini, Ostrogoti e Valdali d’Africa si è perduta questa tradizione e non si diede più da mangiare, ma la gente continuò, per consuetudine, a recarsi a piedi presso la chiesa della Trinità e mangiare lungo lo stradale, portandosi dietro tutto l’occorrente.

    Così, negli anni ’50 noi ragazzi, secondo la consuetudine, seguivamo i nostri genitori in questa entusiasmante passeggiata verso la Trinità di Delia, senza dimenticarci di portare con noi e di mangiare, le uova bollite colorate, preparate qualche giorno prima di Pasqua, ma anche “lu campanaru di Pasqua”, “l’agneddu pasquali” e la “sosizza pasqualora”, oggi andata in disuso.

    Venuto meno l'Ordine di San Basilio nel 1820, il priorato passò per un breve periodo ai Benedettini, per diventare finalmente rendita del clero secolare, fino alla sua soppressione, avvenuta nel 1844, allorché le sue rendite passarono alla Mensa Vescovile di Trapani e, dopo l’annessione della Sicilia all’Italia, al Demanio dello Stato.

    A seguito della legge 794 - 1862 e regolamento “Passaggio Al Demanio Dei Beni Ecclesiastici”, l’ex feudo Delia venne diviso in svariati lotti per essere venduti a censi annuali. La carta privata che contiene la divisione dei lotti fu depositata il 23 giugno 1869, presso gli atti del notaio Nastasi Giovanni Scaminaci di Castelvetrano.

    Dagli atti notarili da me consultati, per trovare elementi storici utili per ricostruire la storia della famiglia Saporito e di Castelvetrano risulta che a partire dal 1862 e fino al 1876 Stefano Ricca Saporito ha effettuato acquisti di numerosi lotti:  nel settembre 1866 dell’ex feudo Delia; nel maggio ed agosto 1869 dell’ex feudo Mandranova; nel luglio 1874 dell’ex feudo Montagna, ecc. Delia è una parola di origine araba che significa “vigna”.

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