Quando Castelvetrano perse tanti feudi in favore di Campobello, Partanna e S. Ninfa
di: Vito Marino - del 2016-11-02
(ph. Il castelvetranese doc)
Il 18 gennaio 1299 Federico II D’Aragona, re di Sicilia, con diploma dato in Polizzi, concesse le “Terre di Castelvetrano” a Bartolomeo Tagliavia nominandolo barone. Nel 1522 Gian Vincenzo Tagliavia fu nominato Conte di Castelvetrano.
A partire dal 1467 fino al 1568 il territorio di Castelvetrano si estese tanto da aggregare a sé ventuno feudi: Finocchio, Guarra, Terranova, Fiori, Cavarretto e Genovese appartenevano alla contea del Borsetto (Menfi); Bigini, Donzelli e Ciafaglione provenivano dalla baronia di Partanna; Delia, Abbesi, Montagna, Torretta, Mortaso provenivano dal Priorato della SS Trinità; infine i feudi Margiò, Zangara, Dimina, Marzuchi, S. Caterina, Belice Serralonga e Belice di Mare completavano il territorio.
A tali feudi, il 9/3/1628 si aggiunse la foresta di Peribaida che, appartenuta alla baronessa Serena Termini Ferreri, diventò possedimento di Don Diego Aragona Pignatelli, principe di Castelvetrano, che allargò i suoi domini fino al mare e al territorio di Mazara del Vallo, con esclusione del feudo “Guardiola” , incuneato nel territorio di Castelvetrano, di proprietà del duca Giuseppe Napoli.
Su quest’ultimo feudo alla fine del XVII secolo sorgerà, attorno al castello feudale il centro abitato di Campobello. Questo nuovo vasto possedimento, che apportò al principato una nuova configurazione territoriale, comprendeva i feudi denominati Campana, Bresciana, Marinella, Latomie e Seggio.
Dopo il 1812, con l’abolizione dei diritti feudali, il territorio di Castelvetrano subì un processo di smembramento, che scaturì da una serie di richieste avanzate dai Comuni di Partanna, Menfi e Campobello.
A partire dal I° Gennaio 1846, su decreto di Ferdinando II re delle Due Sicilie del 31/12/1845, i feudi di Bigini, Ciaffaglione e Donzelli non hanno fatto più parte del territorio di Castelvetrano ma di Partanna, mentre a Menfi, che allora si chiamava Borgetto spettarono, intorno al 1850, i feudi: Finocchio, Genovese, Cavarretto, Gurra, Terrenova e Fiore.
Con legge 11 luglio 1877 che dava facoltà al Governo del Re di mutare le circoscrizioni territoriali dei comuni di Sicilia, Castelvetrano perdeva anche i seguenti feudi: Campana e Bresciana ceduti al comune di Campobello; il feudo Fartaso fu annesso al comune di Santa Ninfa; i feudi Seggio Zangara e Dimina al comune di Partanna, mentre al comune di Menfi spettarono Belice Mare e Belice Serralonga.
Agli inizi del 1900 l’area del comune di Castelvetrano era estesa 23.000 ettari. I nomi assegnati alle varie zone campestri erano ancora quelli appartenuti agli ex feudi: Fontanelle, Canalotto, Strasatto, Favara, Grande, Rampante di Favara con la contrada di Airone, Calviano, Campana, Bresciana, Margio, Latomie, Marinella, Seggio, Belìce di mare, Belìce Casuzze, Bilìce Case Nuove, Belìce la Via, Belìce Serralonga, Dimina Zangara con le contrade di Pietra Petrulla, e Inchiusa, Fartaso, Torretta, Besi, Montagna, Mandranova, Delia-Trinità, Giallonghi, Furone, Furonello e Galasi.
Con il subentrare della potente famiglia Saporito, molti di questi ex feudi dalla seconda metà del 1800 erano diventati di loro proprietà.