Tutto pronto a Salemi per la festa di San Biagio. Fedeli rinnovano la tradizione
di: Mariangela Messina - del 2016-09-03
Rivivere una tradizione fa riaffiorare nella mente i ricordi legati alle persone care, quei racconti che hanno cullato l’adolescenza e hanno impresso un segno indelebile tra i ricordi al punto tale da sentire sempre vivo il desiderio di poterli trasmettere alle generazioni future.
Giorno 4 settembre sarà, infatti, imperdibile per i salemitani l'appuntamento con la festa d'estate organizzata dalla Chiesa Madre San Nicola di Bari di Salemi in collaborazione con gli abitanti del quartiere Rabato in onore di San Biagio.
In particolare, sono stati i preparativi della pasta fatta in casa, che tra pochi giorni si svolgerà a Salemi, a far ritornare Vita Grispi nel passato, ai racconti di suo padre il quale faceva memoria delle numerose volte in cui aveva visto la mamma lavorare la pasta in casa.
La stessa Vita mi racconta che l’epoca in cui è vissuta la nonna era diversa dalla nostra, “il bisogno di far fronte al mantenimento della propria famiglia e la condizione contadina, comune alla maggior parte dei nuclei familiari, faceva sii che si mieteva il grano, si conservava e poi gradualmente si portava al mulino a macinarlo.
Dalla macinazione veniva fuori la farina e da essa si ricavavano periodicamente gli alimenti primari quali il pane e la pasta. Poiché erano numerose le bocche da sfamare e non ci si poteva permettere grandi lussi il tutto veniva rigorosamente preparato in casa dalle mani sapienti delle donne.
La lavorazione della pasta in casa era dunque un’attività abituale, tutte le famiglie contadine di allora possedevano "l’abbitrio" ovvero l'utensile che serviva proprio a questo tipo di lavorazione.
Era fatto di legno nella parte della struttura e di rame nel meccanismo centrale, che era composto da una serie di piatti interni a seconda del tipo di pasta che si voleva fare.
Il torchio centrale dell’abbitrio si poneva dentro l'impasto e pian piano si girava con una chiave che pressando faceva uscire la pasta dalla parte sottostante nella quale veniva messo un cesto e le mani attente della donna tagliavano la pasta alla lunghezza desiderata.
I formati più usati erano bucatini di tutte le misure, ditalini e anche la minestrina. Poi la pasta si stendeva ad asciugare e una volta essiccata si conservava anche per 3/4 mesi creando così una bella provvista che avrebbe soddisfatto le pance di tutti i componenti della famiglia”.
Oggi le cose sono diventate molto più semplici, basta andare al supermercato per rifornirsi di ogni necessità ma questa semplicità ha fatto sì che le semplici e primarie tradizioni generazionali siano diventate un’attività d’eccezione da rispolverare solo all’occasione.