Ricordando "lu granciaru" che pescava e "abbanniava" per le vie di CVetrano
del 2016-10-28
Il fiume Delia, dalla sorgente al mare assume tre diverse denominazioni a causa della diga e del conseguente lago artificiale: a monte si chiama Fiume Grande – nel tratto pianeggiante fino al lago si chiama Delia, mentre dopo la diga, quando si ricostituisce il corso del fiume e fino allo sbocco al mare di Mazara, si chiama fiume Arena.
Come avveniva per il Belìce e il Modione, nel passato questo fiume, nel suo corso presentava molti gorghi e acquitrini malarici, procurando una forte mortalità.
Soltanto con l’arrivo degli Americani e l’apporto del DDT la malaria di questa zona, ma anche di tante altre zone del territorio fu debellata.
Fra i miei lontani ricordi d’infanzia c’è lu “granciaru", (il venditore di granchi d'acqua dolce) che ogni pomeriggio, all’imbrunire, proveniente dal fiume passava portando sulle spalle, una o due lunghe canne, da cui pendevano fili di rafia con “ranci” legati alle chele e ben distanziati, per evitare che si avvinghiassero.
Come di consuetudine, "abbanniava" la sua mercanzia e la vendeva per poche lire. Verso gli anni 60 non si è più visto. E' scomparso lu granciaru, ma anche i granchi, sepolti dal cemento, frutto indesiderato dal tanto decantato progresso e civiltà. Ricordo pure che dei ragazzi più grandi di me, andavano loro stessi al fiume a prenderli e li abbrustolivano ancora vivi, per mangiarseli, facendoli entrare in un tubo di gronda metallico, bruciandovi sotto della legna.
La diga Trinità di Delia sorge nel territorio di Castelvetrano e si estende lungo il percorso del fiume omonimo, che alimenta con le sue acque il lago artificiale. Venne costruita alla fine degli anni ’50 a cura dell’Ente di Sviluppo Agricolo della Regione Siciliana, per l’irrigazione del territorio dei suoli della Conca del Fiume Delia.
La diga, costruita con un nuovo sistema in terra battuta ha un’altezza di 15 metri tra le quote 53 m.s.m. e 68 m.s.m. lungo il Fiume Delia.
Ha una capacità di invaso di complessivi mc 17.500.000, con la fuoruscita dell’acqua destinata all’irrigazione tramite due canali a pelo libero, l’uno in destra del F. Delia e l’altro in sinistra di questo, alimentati dal piede della diga.
Il comprensorio irriguo dominato a valle si estende complessivamente per ha. 4.109 netti dei quali ha 2.000 lungo la Conca del Fiume Delia tra le quote 50 m.s.m. e 20 m.s.m. ed ha. 2.109 nel sovrastante altopiano, denominato tavolato calcareo, tra le quote 65 m.s.m. e 30 m.s.m. Alla fine degli anni ’70, con finanziamenti da parte della Cassa per il Mezzogiorno, ha ampliato la zona irrigua di altri 3120 ha. netti ed ha apportato degli ammodernamenti, mediante condotte in pressione alimentate dalla cabina di derivazione posta ai piedi della diga e da vasche poste lungo il percorso.