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Il carnevale campobellese, quando il ballo è storia e tradizione nel Dna tra lisci e balli di guppo

di: Catia Scoglio - del 2017-02-20

Immagine articolo: Il carnevale campobellese, quando il ballo è storia e tradizione nel Dna tra lisci e balli di guppo

Si avvicinano le serate carnevalesche e tra i vari manifesti pubblicitari delle serate a venire tornano alla mente i ricordi di un Carnevale vissuto in provincia, e soprattutto nei nostri comuni belicini, all’insegna del ballo liscio e dei primi balli di gruppo, quando ancora i ragazzi e le ragazze attendevano con ansia di ballare, per avere l'occasione giusta per avvicinarsi di più e si poteva fare tardi la sera senza dare troppe spiegazioni alle famiglie.  

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  • Ma andiamo per gradi e torniamo indietro agli anni ‘80, periodo d’oro per le sale da ballo che avevano tutte e quattro le serate del Carnevale prenotate varie settimane prima del tempo, quando le famiglie preparavano i più bei vestiti da sfoggiare ed essere della zona significava avere il ballo liscio nel DNA  (rari i casi di ragazzi e ragazze che non sapevano almeno fare un giro di sala).

    Il Carnevale che si svolgeva a Campobello era molto conosciuto e frequentato da un gran numero di persone della provincia di Trapani.  

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  • La gente aspettava con ansia le serate per ballare e divertirsi fino all’alba. Fino agli anni ’70 - ‘ 80 era ancora d’uso la maschera del domino (oggi sconosciuta ai nostri adolescenti), una veste nera con cappuccio, mantella di raso e mascherina, che copriva per intero la persona non lasciando intuire se vi celasse un uomo o una donna.

    L’unico particolare che avrebbe potuto permetterne il riconoscimento erano le scarpe o le forme prosperose. Per escogitare simpatici scherzi, alcuni maschietti indossavano il domino con sotto scarpe da donna o mettevano “pezze” al petto per confondere sfortunati ammiratori della sala, che pensando di avere invitato un’avvenente donna, invece si ritrovavano fra le braccia un furbastro cavaliere.

    Ma come si dice “A Carnevale ogni scherzo vale”. Le ragazze invece approfittando della maschera potevano “stuzzicare” i propri cavalieri senza essere oggetto di maldicenza e di occhiate gelose di padri e fratelli maggiori.  

    Altri tempi erano quelli… Poi arrivò la disco, nel mentre i ragazzi e le ragazze avevano sempre più occasioni per vedersi liberamente ma le serate del Carnevale rimanevano le più attese dell’anno.

    Si passa dal liscio marchio di fabbrica del Campobellese doc, ai balli di gruppo e l’HullyGully sarebbe diventato l’inno nazionale del paese. Il Carnevale resta tutt’ora uno dei momenti memorabili nella vita dei giovani .

    Se aveste dubbi provate a chiedere ai studenti fuorisede che anelano le serate in paese dirette da un rito ben preciso: mancano loro il momento dei preparativi, le foto a casa e le risate con la famiglia, le bevute con gli amici nel preserata, la serata a ballare tarantelle e sambe fino ad essere una cosa sola con gli indumenti, la colazione per riprendersi, il ritorno (a volte preceduto da plasil!) e le lamentele delle mamme il giorno successivo perchè hanno lasciato una scia di coriandoli dal portoncino fino al letto!  

    Ovviamente solo chi ha vissuto quella attesa e quel divertimento può comprendere lo sconforto dello studente Campobellese costretto a rinunciare causa esami universitari a quelle serate uniche.

    Capita spesso di sentirli implorare l’invio di foto o video della serata carnevalesca in corso, e se  qualcuno si stupisce basta rispondere semplicemente con il sorriso sulle labbra "amico mio ma tu hai mai ballato il cocorito di giovedì grasso a Campobello?”

    Nella foto Carnevale 1995 dietro locale Mo-Car il gruppo musicale Scacco Matto

     Antonio Giardina, Nicola Giardina, Salvatore Infranca, Massimo Calcagno, Giuseppe Leone, Marco la Cascia, Giusy Romagnolo.

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