Quando l'amore del fidanzato si "misurava" con la palma. Alla scoperta della "parma di la zita"
del 2017-04-13
La Domenica delle Palme ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, dopo i 40 giorni trascorsi nel deserto, accolto festosamente dalla folla con ramoscelli di ulivo e palme. Come ricorrenza di questo evento, il giorno della Domenica delle Palme, durante la messa si benedicono le palme intrecciate dai “parmari” e semplici rametti d’ulivo, simboli della pace e della vita eterna, che i fedeli, terminata la messa, si portano in casa perché preservi dalle malattie e dalle disgrazie e doni la pace.
In molte zone d'Italia, con le foglie di palma intrecciate, i palmari formano una composizione particolare, che in Sicilia si chiama semplicemente “la parma”, in Sardegna si chiama “Sa pramma pintada” (la palma intrecciata).
Per l'intreccio, i parmari usano la foglia della palma da datteri, detta fimminedda messa ad imbiancare al buio per qualche giorno. La “parma” riccamente lavorata, simboli della pace e della vita eterna era considerata anche come oggetto di trasmissione non verbale di un messaggio d’amore; infatti alcuni portavano la palma sulla tomba dei propri estinti, come sentimento d’affetto, mentre il fidanzato portava una palma alla fidanzata: “la parma di la zita”.
Per quantificare l’amore posseduto dal fidanzato, l’altezza e la grossezza della palma era proporzionata alla misura del sentimento d’amore che provava. In un’altra tradizione locale di allora, il fidanzato, nel primo anno di fidanzamento doveva comprare alla fiera “di la Tagghiata” una collana alla fidanzata; mentre, in occasione della ricorrenza del 2 novembre, il fidanzato doveva regalare borsa, ombrello e guanti, oltre ai “pupi di zuccaru”, una tradizione lasciataci dalla dominazione araba, raffiguranti “lu zitu e la zita” (una coppia di fidanzati).
In tempi più recenti, quando l’industria dolciaria messe sul mercato l’uovo pasquale di cioccolato, il fidanzato comprava un oggetto d’oro e lo faceva mettere dal dolciere dentro l’uovo come sorpresa. Effettuare in determinate ricorrenze regali alla fidanzata, da parte del fidanzato, non deve intendersi come un freddo obbligo rituale in sé stesso, ma aveva un significato ben preciso.
Dall’XI secolo, durante il regno di Federico II si assistette ad un ingentilimento nei costumi. La ricca letteratura francese, riguardante le gloriose gesta dei Paladini di Francia, con le loro regole di cavalleria molto favorevoli verso i deboli, si è protratta attraverso i secoli lasciando un solco indelebile nella nostra civiltà maschilista. Nello stesso tempo, la concezione dell'amore espressa dai poeti della “scuola siciliana”, fondata da Federico II diventa quella dell'amore cortese, che riproduce il vassallaggio cavalleresco.
La donna è vista come una creatura superiore. Amando, l'uomo si innalza, si nobilita. Questa forma cavalleresca si è protratta attraverso i secoli.
Sembra assurdo, ma in una Sicilia maschilista, questa forma di vassallaggio nei riguardi della donna, “patruni e domini” (padrone e signore), per come si diceva nelle nostre parti il maschio dominante, usava il senso dell’onore e della cavalleria nei riguardi della donna, considerata alla stregua di un bambino, debole e da proteggere. Perfino la mafia e la delinquenza comune non osavano recare danni a donne e bambini.
Inoltre, il Siciliano aveva spiccato il senso dell’orgoglio e dell’onore, si sente di essere uomo e opera come tale. In una civiltà arcaica contadina e maschilista, il fuoco passionale lo rendeva geloso della sua donna e difensore dell’onore.
Questi sentimenti esaltati lo portavano spesso a consumare delitti di gelosia. Cesare Abba, che cito spesso, nelle sue “Noterelle sulla Sicilia del 1860” scrive: “...siamo in paesi dove la donna è cara più della vita, più della libertà.”
Vi ricordiamo che la tradizione della "Parma di la zita" rivivrà la mattina di Pasqua nell'atrio del Teatro Selinus ove, prima dell'Aurora, sarà allestita una mostra fotografica e una esposizione di prodotti pasquali offerta da Orazio Torrente e il quotidiano online Castelvetranonews.it.