Quando non c'era la play station e si giocava a “La cursa cu li circuna”
di: Dott. Francesco Marino - del 2017-04-14
Friedrich Froebel, considerevole pedagogista tedesco vissuto più di due secoli fa, ebbe a spiegare l’importanza del gioco nei bambini. Lo scienziato valutava il gioco come l’espressione dello spirito creativo, l’attività esclusiva e preminente con la quale il bambino si forma e si manifesta. Il tedesco sosteneva che non si può diventare veri uomini se non si è stati veramente bambini.
Le scarse potenzialità economiche delle famiglie di una volta, specie in Sicilia, convincevano i ragazzi a privilegiare giochi all’aperto, tanto semplice e per nulla costosi. Quei ragazzi, lo stesso entusiasti senza la play station, si dilettavano in giochi che non richiedevano strumenti particolari ma solo creatività e tanta fantasia.
Venivano favoriti i giochi di gruppo, manuali, che si rivelavano anche tanto socializzanti. L’ora del gioco iniziava subito dopo la conclusione delle lezioni scolastiche. Talvolta si notava un anteprima già durante il tragitto scuola- casa. Tra i tanti giochi di quei tempi, sicuramente “la cursa cu li circuna” era tra i più praticati e apprezzati dai ragazzi di allora.
Ogni bambino, ma anche bambina, di qualche anno fa, possedeva il proprio cerchione personale. La strumentazione del gioco traeva origine da una ruota di bicicletta privata dal copertone, dalla camera d'aria e dai raggi, in modo tale rimanesse il semplice cerchione. A questo punto bastava utilizzare un bastone, metterlo nel solco dove prima c'era la camera d'aria e spingere in avanti il cerchione.
Era un gioco che richiedeva molta concentrazione, tanta applicazione e parecchio senso dell'equilibrio. La bravura dei giovanissimi consisteva nel saper guidare il loro cerchio anche a velocità sostenuta. Farlo girare attraverso il sapiente uso del bastoncino che ne assicurava, grazie a brevi movimenti, stabilità e senso di marcia.
Le risate erano assicurate. Non ci voleva molto per divertirsi. A volte la fantasia dei ragazzi li induceva ad immaginare il gioco come un inseguimento fra gruppi che duellavano, immedesimandosi in antichi cavalieri vissuti in epoche ancora più lontane.
Allora si era liberi di correre non solo nei cortili ma anche nelle piazze paesane e soprattutto nelle strade spesso impolverate. Strade, in cui si respirava la polvere ma certamente da considerare più sicure di quelle odierne.
Nella foto, tratta dal web, è riprodotta una gara di “corsa con i circuna” che vede in competizione bambini di altri tempi.