"La mia tesi sul giardino del Castello Grifeo e le sue grandi potenzialità". Studio della partannese Claudia Rizzuto.
di: Elenia Teri - del 2017-09-19
Il Castello Grifeo di Partanna, si sa, è una meta di degna attenzione culturale, valorizzata negli anni dall’amministrazione comunale che lo ha inserito nel programma turistico territoriale. Il suggestivo androne, le pittoresche stanze, le cantine e i sotterranei del Castello sono messi ben in vista all’occhio del visitatore curioso. La parte che, invece, risulta essere meno nota è il suo giardino, di valore tutt’altro che trascurabile anche se esposto, purtroppo, ad uno stato di evidente degrado.
A richiamare l’attenzione su questo importante aspetto è la giovane partannese Claudia Rizzuto, dottoressa in Scienze Naturali, che nella sua tesi di Laurea analizza le condizioni attuali del giardino basandosi su un accurato lavoro di rilevamento della componente vegetale al suo interno.
L’idea del progetto è nata circa un anno fa, spiega la dott.ssa Rizzuto, stimolata dalla scelta dal percorso da intraprendere per lo svolgimento del tirocinio universitario. Amante della natura e decisa fin dall’inizio su quale sarebbe stato l’argomento della sua tesi, diventa una tirocinante dello studio tecnico del dott. agronomo Vincenzo Atria, sicura di poter trovare – come d’altronde è stato – il supporto necessario per la riuscita del lavoro.
Fondamentale anche la guida e l’aiuto fornito dal relatore della tesi il prof. Vincenzo Ilardi, docente di Geobotanica ed ecologia del paesaggio presso l’Università degli studi di Palermo. Coadiuvata dal tutor aziendale (Atria) e dal tutor universitario (Ilardi), Rizzuto riesce a portare a termine le indagini previste, necessarie per stabilire un quadro completo della situazione ed estrapolarne eventuali soluzioni di recupero del giardino.
In primis fornisce i caratteri fisiografici del territorio, seguiti da una breve panoramica introduttiva sulla Storia di Partanna e del Castello medievale. Dopo di che entra nel vivo del discorso e descrive lo stato attuale del giardino, studiato attraverso numerosi sopralluoghi e analizzato mediante il rilevamento della sua componente vegetale, sottoposta al prelievo di campioni di parti di piante (fiori, foglie).
Ad ogni specie è stata associata, quindi, una scheda tecnica, chiarisce la dott.ssa partannese, nella quale vengono riportati i seguenti dati: la combinazione specifica nomenclaturale, il primo autore che ne ha svolto la diagnosi, la famiglia di appartenenza, una descrizione della specie, il periodo di fioritura, l'areale di provenienza, l'ecologia della specie, le tecniche di propagazione più comuni e lo stato fitosanitario. Infine l'insieme dei dati acquisiti le permette di avanzare una proposta progettuale di facile realizzabilità, finalizzata al possibile recupero del rigoglioso verde originario.
L’area del giardino è geometricamente ben definita, suddivisa in quattro terrazze rettangolari, e l’interesse verte sugli interventi ritenuti più opportuni ai fini della riqualificazione delle superfici incolte. Per le due terrazze dei livelli inferiori si decide di impiantare una collezione di agrumi, piante sempreverdi di grande interesse colturale ma anche di profondo significato storico – culturale.
Papabili sono il limone e l’arancio amaro «sia perché rappresentative del nostro territorio», chiarisce la dott.ssa Rizzuto, «sia perché ricchi di colori, profumi e sapori. Non escludo anche l’inserimento di bordure di bosso, alloro».
Gli interventi programmati per le due terrazze dei livelli superiori sono limitati, invece, al recupero dell'esistente, sia della componente biologica sia di quella architettonica. Si tratterebbe di ripristinare, insomma, un’area degradata servendosi di un piano ben attuabile e in grado di incrementare il valore estetico del giardino, insieme al valore turistico e sociale che assumerebbe all’interno di un contesto storico – architettonico così rilevante come quello del Castello Grifeo.
Non bisogna comunque trascurare la necessità di una manutenzione costante del luogo, tramite potatura e innaffiamento, ad esempio, o soprattutto la definizione di un vialetto o la costruzione di aiuole. Il risultato finale è quello di un lavoro impegnativo ma soddisfacente anche se ad oggi c’è il rischio che rimanga solo un semplice progetto.
«Penso che la burocrazia, la mancanza di fondi e il poco interesse ne ostacolino la realizzazione, ma spero in futuro possano crearsi le condizioni per l’effettivo recupero di quest'area», ci dice Rizzuto. «In ogni caso», continua, «si possono sempre proseguire gli studi e migliorare la mia proposta progettuale».
Servirebbero finanziamenti mirati da investire su un progetto davvero interessante e di grande importanza per la dignità del Castello Grifeo nel suo complesso. In più, significherebbe valorizzare le attività di giovani studiosi (Claudia Rizzuto ha solo 28 anni), invogliarli a non lasciare la propria terra, anzi a lottare per migliorarla, scommettere su di essa e, chissà, un giorno magari vincere.
«Sarebbe molto bello far visitare ai turisti e alle scuole anche quest’aerea, purtroppo trascurata, del Castello», spera infine la dott.ssa partannese, «nella prima terrazza si potrebbero organizzare manifestazioni e convegni – cosa che in passato è stata fatta – specialmente per il bel panorama che regala questo lato del Castello Grifeo.»